giovedì 19 aprile 2007

S.Pietro di Tuscania



La basilica di S.Pietro in Tuscania sorge sul monte dell'antica acropoli. Fu fondata nell' VIII secolo e fu opera dei maestri comacini.
La costruzione della chiesa attuale, successiva al 1093 si protrae fino all’inizio del XIII secolo.
Materiali:
La tribuna absidale è costruita con blocchi di stufo dall’intonazione cromatica rossastra, che ricorda il colore della terra circostante.
Un po’ di storia:
La Chiesa di San Pietro a Tuscania è situata sull'omonimo colle(già probabile sede dell'acropoli etrusca). La fronte della chiesa si affaccia su uno spiazzo erboso tra il Palazzo Episcopale e le possenti torri di difesa (ne sono rimaste tre, memoria dell'importanza strategica dell'area). Situata nel cuore della Tuscia, la romana Tuscana era uno dei maggiori e più importanti dell'etruria interna. L'area ove insisteva l'abitato etrusco corrisponde assai verosimilmente al colle della città moderna dove sorge la chiesa romanica di San Pietro.

La valenza artistica, di questa basilica medievale è al centro di un ampio dibattito.
Tra i restauri si ricordano quelli del 1443, 1450, 1500 e 1734. Inoltre,recentemente,vi sono stati ulteriori intervanti in seguito al terremoto che ha colpito la provincia di Viterbo nel 1971 distruggendo l’importante rosone. Struttura:
L'interno della chiesa è diviso in tre navate:
-la navata centrale con il pavimento a decorazioni geometriche, risulta separata dalle altre attraverso un basso muro in cui sono ricavati dei sedili in pietra.
- La navata di destra dove si trova l'ingresso principale alla cripta.
-La navata di sinistra dove si trova l'ingresso secondario alla cripta.
Il transetto rialzato ospita un presbiterio con ciborio. Il tetto è a capriate lignee.
La cripta è costituita da nove navate e da ventotto colonne. Le murature sono romane (opus reticolatum).

Pitture e affreschi:
Purtroppo la maggior parte della decorazione pittorica è andata perduta. Fra l'altro, un affresco di scuola romana, pur con influenze bizantine, rappresentante Cristo Ascendente circondato da angeli risalente agli anni a cavallo fra XI e XII secolo che dominava la parte absidale è andato distrutto nel terremoto del 1971. Rimangono solo alcuni dei soggetti che lo inquadravano: un Cristo benedicente e anche angeli, apostoli e simboli divini. Nell'absidiola di destra un Cristo benedicente fra due vescovi mentre in quella di sinistra il Battesimo del Cristo.
Nella parte più alta del presbiterio rimane in minima parte un ciclo di affreschi che fanno riferimento alla vita di san Pietro.
Gli elementi principali della facciata centrale esterna sono:
-il portale maggiore:incassato nel muro a conci di nenfro è opera di un marmoraro romano di scuola cosmatesca. È caratterizzato da tre rincassi con colonne lisce, capitelli e rispettivi archivolti(il maggiore decorato con mosaici laterali). La lunetta è decorata da un mosaico a motivi stellari.
-il rosone: circondato da diversi elementi decorativi.
-gli ingressi laterali.
Sopra la loggetta il rosone cosmatesco, formato da tre cerchi concentrici che rimandano alla Santa Trinità; agli angoli del rosone sono posizionati quattro sculture che richiamano gli Evangelisti (Aquila, Angelo, Leone e Vitello a rappresentare rispettivamente Giovanni, Matteo, Marco e Luca) mentre ai lati troviamo due draghi che inseguono una preda. Ai lati di questi draghi sono due bifore : quella di destra è circondata da figure fantastiche e demoniache, quella di sinistra dall'[Agnus Dei] e da rappresentazioni di angeli e Padri della Chiesa. Alla base della bifora di sinistra un bassorilievo, possibile riutilizzo di una scultura etrusca, che rappresenta un uomo che corre.

Nell'insieme lo stile di S.Pietro si può definire un romanico "romano", per l'influenza dell'antica Roma e per le maestranze che qui vi lavorarono ma soprattutto per le influenze sud-mediterranee presenti nell'architettura e nei simboli scelti proprio nella facciata.














link:http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Pietro_(Tuscania)
http://www.tuscania-italy.com/tuscania/i%20particolari.htm

giovedì 12 aprile 2007

olte e pier


CAPPELLA DI SANT’AMBROGIO

BASILICA DI SANT’AMBROGIO

Fondata dal Vescovo Ambrogio tra il 379 ed il 386 nell’area del cimitero ad Martires, fuori Porta Vercellina, l’antica Basilica Martirum, da sempre comunemente chiamata “Ambrosiana”, è universalmente considerata il più importante esempio di architettura romanica lombarda. Il suo aspetto attuale è dovuto ad una storia lunga e complessa,infatti della vecchia costruzione viene mantenuta soltanto la posizione dell’altare (tomba del santo), caratterizzata da molteplici fasi costruttive, opere di trasformazione e lavori di restauro che hanno quasi completamente cancellato le tracce del primitivo edificio nel quale trovarono sepoltura i resti dei Martiri Gervasio e Protasio e, poco dopo, quelli dello stesso Ambrogio. In questa basilica le navate laterali si prolungano sui fianchi del portico. All’interno è riconoscibile la scelta di propozioni rigorose, di relazioni geometriche e scalari fra le varie strutture che compongono l’edificio.Un ruolo determinante nello sviluppo della Basilica, da sempre oggetto di grande devozione popolare e meta di incessanti pellegrinaggi, fu svolto dagli arcivescovi milanesi, trai quali Angilberto II (824-859), che commissionò l’altare d’oro per custodire le sacre reliquie, Ansperto (869-881), che fece costruire un atrio porticato davanti all’ingresso principale, Federico Borromeo (1595-1631), che promosse opere di consolidamento e la decorazione barocca del presbiterio, Benedetto Erba Odescalchi (1712-1736), al quale si deve la trasformazione dell’antica cripta.
Fin dall’ottavo scolo l’edificio ambrosiano si trovò a far parte integrante di un più ampio complesso architettonico destinato ad accogliere due comunità religiose che per più di mille anni in modo non sempre pacifico, condivisero gli uffici liturgici, la cura e l’amministrazione dei beni ecclesiastici, i monaci e i canonici, il cui ricordo è tutt’ora vivo nei due campanili posti a baluardo della facciata. Nell’area a destra della chiesa si estendeva, dal 784, il monastero benedettino, i cui chiostri rinascimentali sono stati oggi inglobati all’Università Cattolica del Sacro Cuore, mentre alla sinistra erano la canonica e le dimore dei canonici regolari. Nel 1497 i Benedettini furono sostituiti dai Cistercensi di Chiaravalle che promossero diverse iniziative culturali e aprirono ai cittadini l’imponente biblioteca monastica fino a quando, nel 1799, la Repubblica Cisalpina decretò la soppressione del cenobio e l’insediamento dell’ospedale militare.

La Basilica di Sant’Ambrogio, che custodisce particolarissime e preziose opere d’arte, come il sarcofago tardo romano detto “di Stilicone”, l’altare d’oro di Volvino, il ciborio in stucco del IX-X secolo, il coro in legno intagliato, deve la sua fama universale anche ai grandi artisti che vi lavorarono e che hanno lasciato pregevole testimonianza di sé nelle opere murarie, nella decorazione e negli oggetti di arredo liturgico.Tra questi è Donato Bramante, il celebre architetto di Urbino attivo a Milano durante la signoria degli Sforza, al quale nel 1492 fu affidato l’incarico di progettare la nuova canonica, di ricostruire il monastero e di risistemare le cappelle della chiesa.

Gli straordinari affreschi, le tele e le pale d’altare conservati all’interno sono invece opera di pittori quali il Borgognone, Bernardino Luini, Gaudenzio Ferrari, il Legnanino, Filippo Abbiati, Carlo Francesco Nuvolone, Francesco Cairo e Gian Battista Tiepolo.Sulla volta, affreschi del pittore milanese Carlo Francesco Nuvolose (1609-1661 circa) raffiguranti Angeli in gloria.


CAPPELLA DI SANT’AMBROGIO MORENTEIl locale d’ingresso alla cappella, un tempo dedicata al Sacramento, è stato completamente affrescato negli anni 1737-8.L’allegoria sacra, sulla parete sinistra, e la gloria d’angeli, sulla volta, sono di Pietro Maggi (1660 circa – ante 1738).Sull’altare, pala con l’ultima comunione di Sant’Ambrogio di Andrea Lanzani (1641 circa – 1712). bozza




BASILICA DI SAN MARCO










La Basilica di San Marco a Venezia è la chiesa più famosa del capoluogo veneto. È il più noto esempio di architettura bizantina in Italia. Si affaccia su Piazza San Marco ed è adiacente e collegata al Palazzo Ducale. Inoltre è la sede del patriarca di Venezia dal 1807 e contiene le spoglie di San Marco Evangelista.

Storia

La prima Chiesa dedicata a San Marco fu un edificio temporaneo edificato dove ora si trova il Palazzo Ducale, costruito nell' 828 quando i mercanti veneziani acquisirono le reliquie di San Marco Evangelista da Alessandria d'Egitto. Questo edificio venne sostituito da una nuova chiesa sita nel luogo attuale e costruita nell' 832, questa però andò in fiamme durante una rivolta nel 976 e fu quindi nuovamente edificata nel 978. La base della basilica attuale risale al 1063. Il bottino del sacco di Costantinopoli nel corso della Quarta Crociata arricchì il tesoro della basilica e fornì arredi di grande prestigio, fra cui i celebri cavalli bronzei che provengono dall'ippodromo della capitale dell'Impero Romano d'Oriente e che ora sono esposti nel museo della Basilica: sopra il portale maggiore vi sono riproduzioni degli originali. Nel fianco destro si trovano due pilastri finemente lavorati provenienti dalla Basilica di San Polieucto.







Descrizione dell'edificio

L'attuale aspetto della basilica è il frutto degli interventi compiuti tra l'undicesimo e la fine del quattordicesimo secolo e costituisce un tutto unitario e coerente tra le varie esperienze artistiche a cui è stata soggetta nel corso dei secoli. Dall'esterno, diviso in tre differenti altezze (piano inferiore, terrazza,cupole) prevale la larghezza, poiché in una città come Venezia, che appoggia sulla sabbia, si tendeva a realizzare gli edifici non in altezza ma appunto in larghezza; si nota inoltre la presenza di ornamenti di ispirazione bizantina, la ricchezza di colore e di aperture. La pianta della basilica è a croce greca con cinque strutture autonome, coperte da cupola, distribuite lungo gli assi della croce e raccordate da brevi volte a botte. Gli enormi pilastri a sostegno della struttura non sono realizzati come blocco unico di muratura ma articolati a loro volta come il modulo principale: quattro supporti ai vertici di un quadrato, settori di raccordo voltati e parte centrale copulata. Le pareti esterne e interne sono rare, per il problema dell'acqua dolce sotto la laguna veneziana, e sembrano quasi diaframmi tesi tra pilastro e pilastro, a reggere la balaustra dei matronei e non hanno valore di sostegno ma solo di tamponamento. Si tratta nell'insieme di un modello bizantino post-giustinianeo. L'unico elemento occidentale è la cripta che interrompe la ripetitività di una delle cinque unità spaziali.


Cattedrale Ruvo di Puglia (D'Angelo Andrea Carmelo, Carecci Andrea)

La cattedrale di Ruvo di Puglia è uno dei più noti esempi di romanico pugliese. Fu costruita tra il XII e il XIII secolo con varie modifiche successive. La facciata è a capanna con tre portali: il centrale più grande ed arricchito e due più piccoli e poveri portali laterali. La facciata è ornata da numerose figure: archi concentrici con la raffigurazione dell'ultima cena e di simboli cristiani, telamoni che reggono tutta la facciata, colonne con capitelli riccamente ornati, grifoni, una bifora (finestra a due aperture divise da una colonnetta o da un pilastro) col bassorilievo dell'Arcangelo e da un rosone formato da 12 raggi che culminano in un rosone più piccolo, sopra il rosone si trova il "sedente" figura alquanto oscura e ignota, e al culmine della facciata la statuetta del Cristo redentore. L'interno è suddiviso in tre navate e in un transetto trasversale alle navate. La navata centrale è la più grande ed è circondata in alto da un ballatoio che sormonta due file di colonne, ognuna diversa dall'altra. In fondo alla navata centrale c'è un bellissimo ciborio realizzato nell'800 ad ispirazione di quello della basilica di S. Nicola a Bari. Numerose le opere d'arte custodite: la statua lignea di S. Biagio, patrono della città, e il reliquario dello stesso in oro e pietre preziose, un affresco raffigurante la Vergine col bambino e S. Sebastiano, la tavola firmata Z.T. della Vergine di Costantinopoli e la splendida croce lignea. Sotto il piano della chiesa si snoda un vero e proprio percorso sotterraneo, l'ipogeo, dove ci sono i resti della basilica paleocristiana e delle tombe romane.




link: www.wikipedia.it, www.cmmurgiabareseno.it/images/ruvo_01_small.jpg, www.mappe.google.it