autore: Prifti Nevila e Brazzi Simone
SANTIAGO DE COMPOSTELA
La storia
La storia vuole che l'apostolo Giacomo si spingesse fino in terra iberica per proclamare la parola di Gesù, fino alla remota Galizia; tornato in Palestina, morì martire, primo tra gli apostoli, decapitato nel 42 o 44 d.C. da Erode Agrippa. I suoi discepoli Teodoro ed Attanasio ne trafugano allora il corpo e lo trasportano di nuovo in Galizia su una barca, che la leggenda vuole sia guidata da un angelo, fino ad Iria Flavia, per poi seppellirlo nel bosco "Liberum Donum", presso il quale erigono un altare su un'arca marmorea. E' in questo modo che il corpo dell'apostolo torna alle terre che lo avevano visto come annunciatore del Vangelo.
Passano i secoli e, a causa di proibizioni di visitare queste zone, la tomba viene dimenticata; nel frattempo, nell'VIII secolo gli arabi invadono
Corr
Da allora è iniziato un flusso ininterrotto di pellegrinaggi, nonostante le flessioni dei secoli tra il XVII e il XIX. La prima guida al Cammino è quella scritta nel 1139 da Aymeric Picaud, contenuta nel V libro del Codex Calixtinus; molti illustri pellegrini si sono recati a Santiago, tra cui San Francesco e San Rocco. Anche Dante spiega nella Divina Commedia che pellegrino "è colui che si reca a Santiago", chi va a Roma è infatti "romeo", e chi a Gerusalemme per devozione è detto "palmare".
Per raggiungere Santiago un tempo erano tracciati numerosi Cammini, ma quello per eccellenza è quello francese, da cui si accede valicando i Pirenei da Roncisvalle. Questo percorso si snoda lungo circa
Il Botafumeiro
Tra il XIII ed il XIV secolo è possibile che cominciasse a funzionare il "Botafumeiro", uno dei più conosciuti elementi storici e popolari della basilica Compostelana.
Simbolo della purificazione spirituale, questo grande incensiere, che necessita per essere fatto oscillare nelle alture della cattedrale, di un gruppo di 8 uomini, noti col nome di "tiraboleiros", fu
dall'inizio uno dei numerosi motivi di stupore e meraviglia dei pellegrini raccolti nelle navate della cattedrale.
L'attuale "Botafumeiro" ha un'altezza di
Santiago de Compostela
Fulcro politico, economico e culturale della Galizia, ricca di magnifici monumenti, sede di un’università di grande tradizione. In più, città Patrimonio dell’Umanità e, da secoli, meta finale di un celebre itinerario storico e religioso.
La leggenda racconta che è sorta su indicazione di una “stella”. Santiago de Compostela (Campus Stellae), detta anche
Ben situata al centro della Galizia -
Cento diverse architetture e una gemma:
Il nucleo storico di Santiago per più di un millennio si sono susseguiti e sovrapposti molti stili architettonici: il naifCamino concede scorci e vedute uniformi e armoniche, grazie al materiale di costruzione rimasto inalterato nel tempo: l’umile granito.
La cattedrale costituisce il punto di riferimento, il cuore pulsante di Santiago de Compostela da quando, nel IX secolo - per proteggere il sepolcro dell’Apostolo, indicato da una stella - sorse come semplice chiesetta per volere di Alfonso II il Casto. Pochi decenni dopo, il luogo di culto fu trasformato da Alfonso III in basilica pre-romanica, distrutta nel 997 dai moros di Almanzor (l’Apostolo, secondo i resoconti religiosi, non la prese bene e divenne il leggendario Matamoros della Reconquista combattuta al grido di Santiago y Cierra España! ).
Ricostruita tra l’XI e il XIII secolo con una bella struttura romanica, nella seconda metà del Cinquecento la cattedrale fu violata da Drake (ma la disorganizzata reazione della Invencible Armada conseguì l’esatto opposto del successo riportato con la cacciata dei Moros e l’unificazione della Spagna). pre-romanico, il lineare romanico, il decorato gotico, il ridondante barocco, il modernista neoclassico.
All’interno del Tempio
Fortunatamente, a parte alcuni dettagli gotico-rinascimentali, l’interno ha conservato le semplici geometrie del romanico, mentre la facciata (XVIII secolo) tradisce le pur interessanti bizzarrie del barocco. Ma il grandissimo capolavoro, il fiore all’occhiello della cattedrale, l’opera che ha collezionato una messe di lodi (è stata definita “la gloria dell’arte cristiana, il monumento iconografico più completo della scultura medioevale, la meraviglia dell’arte universale”) è
costituito dal gruppo scultoreo del Portico della Gloria.
Nel nartece i tre portali intagliati da Maestro Mateo verso la fine del XII secolo contengono quasi duecento magnifiche sculture, ispirate - come sempre nel romanico - alle più importanti vicende della Bibbia: profeti e apostoli, angeli ed evangelisti, personaggi dell’Apocalisse e scene del Vecchio Testamento contornano nel timpano la figura del Cristo con le piaghe nelle mani, piedi e costato. Sotto il redentore, nella bifora, Santiago – dal volto ieratico vagamente bizantineggiante - esibisce una pergamena con la scritta “mi mandò il Signore”.
Ai piedi della colonna, dalla parte opposta, rivolta verso l’altare, la statua di Maestro Mateo con una pergamena che ne immortala le capacità artistiche (architectus). L’interno della cattedrale propone navate – alleggerite da eleganti archi romanici - che sfiorano i
Sotto l’altare, la cripta (IX secolo) con le reliquie di Santiago (ritrovate soltanto nel XIX secolo, dopo essere state nascoste durante l’invasione dei pirati di Drake). Elemento di colore non meno che di devozione (ma anche valido come “deodorante” nei tempi in cui ai peregrinos era concesso pernottare, bivaccare e financo soddisfare alcuni bisogni all’interno della cattedrale), il celebre ed enorme botafumeiro, dispensa incenso durante le cerimonie, grazie alla cadenzata fatica di otto persone.
Le quattro piazze di Santiago
Fulcro di Santiago de Compostela, la cattedrale è circondata da quattro piazze (Obradoiro, Platerias, Quintana, Azabacherìa o Inmaculada) tutte armoniosamente disegnate per costituire degna cornice della meta finale del Camino.
Oltre alla cattedrale e all’adiacente Palacio de Gelmirez (magnifico esempio di romanico civile, notevole il Salòn Sinodal della seconda metà del Duecento) la rettangolare Plaza del Obradoiro contiene splendidi monumenti anche sui restanti tre lati. Non è azzardato ritenerla una delle più belle piazze del mondo e certamente ha svolto un ruolo decisivo nel convincere l’Unesco a dichiarare Santiago di Compostela Città Patrimonio dell’Umanità (1984).
Plaza del Obradoiro
Di fronte, si ammira il Pazo (palazzo in galiziano) de Raxoi (Rajoy in spagnolo), un’imponente costruzione neoclassica (XVIII secolo), oggi sede della Xunta della Galizia, sovrastata dalla statua equestre di Santiago Matamoros brandente la sciabola durante la battaglia di Clavijo.
Dallo scalone della cattedrale, rivolto lo sguardo a sinistra, si nota il Collegio de San Jeronimo, dalla facciata tardo romanica con effigi di alcuni santi; sul timpano una Vergine con bambino.
Di fronte, a destra di chi guarda dalla cattedrale, appare per tutta la lunghezza del lato nord della piazza il monumentale Hostal de los Reyes Catolicos, voluto nel 1492 da Ferdinando e Isabella per accogliere pellegrini e ammalati (l’ospedale operò fino al secolo scorso, prima di divenire uno dei più lussuosi alberghi della catena dei Paradores). L’architetto Enrique de Egas profuse il meglio della sua capacità, fondendo mirabilmente lo stile rinascimentale con il plateresco, di cui la facciata e il decoratissimo portale con le effigi dei Re Cattolici costituiscono uno splendido esempio.
Al centro della Plaza de las Platerìas (per le tante botteghe di plateros, argentieri, che vi si affacciavano) si nota
Platerìas comunica con la più vasta Plaza de A Quintana, affascinante non meno che intrigante (basti segnalare che una scalinata la divide in Quintana de Vivos e in Quintana de Muertos, quest’ultima – in galiziano Dos Mortos - citata in un poema di Garcìa Lorca).
Dalla piazza si entra nell’abside della cattedrale attraverso
Dalla parte opposta alla cattedrale si erge l’imponente e grigio muro di granito del Monastero di San Pelayo de Antealtares o Convento de San Paio, dall’inquietante sobrietà, trapuntato soltanto da 48 finestre chiuse da grate. Fu fondato nel IX secolo da Alfonso II per custodire la tomba di Santiago appena scoperta.
Più allegra, nella parte superiore della piazza, la barocca Casa de
L’attuale, fiorita Plaza de
Dall’altra parte della piazza, il più importante monastero cittadino per storia e dimensioni (circa
Gli ultimi passi del Cammino
Dalle piazze che circondano la cattedrale si apre un dedalo di strade medioevali intrise di storia, vedasi il tratto finale del Cammino, inalterato nei secoli: superate le mura di Santiago attraverso
Le ruas più tipiche e animate sono quelle do Vilar,
Chi visita Santiago non compie soltanto un viaggio di routine, non vede soltanto “un’altra città” della Spagna.
Santiago è sinonimo di cultura, storia plurisecolare e ininterrotta, le sue strade, i palazzi, le case sono rimaste intatte nel tempo (per non parlare di tante chiese, San Miguel dos Agros, San Benito del Campo, San Felix de Solovio e Santa Maria del Camino poco distante dall’omonima Puerta). La città possiede quel “qualcosa in più” conferitole dall’atmosfera e dalla spiritualità del Camino.
E la notte, nel silenzio mistico della Plaza del Obradoiro, al viaggiatore sembra di ascoltare in lontananza il grido di raccolta e di incitamento rivolto ai peregrinos nell’idioma medioevale dell’Europa nascente: E ultreia! E sus eia! Deus aia nos! (E oltre! E sopra! Dio ci aiuti!)
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